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lunedì 10 giugno 2013

Chia: il cibo degli antichi aztechi



La Chia è un seme originario del Sudamerica, della famiglia della menta dal nome “Salvia Hispanica”. Questo seme andò disperso per circa 5 secoli in seguito alla conquista da parte del popolo spagnolo. La Chia all’epoca era la terza pianta più importante degli Aztechi: in ordine mais, fagioli, Chia, amaranto. Gli Aztechi avevano sviluppato una conoscenza approfondita delle numerose proprietà di questa pianta; veniva da loro  utilizzata come alimento per l’uomo e per i loro animali e nelle cerimonie religiose. In Azteco la parola Chia vuol dire “forza”. Ogni 100g di semi contiene 20g di Omega-3: 8 volte in più rispetto al salmone.
La Chia contiene inoltre 7 volte più vitamina C rispetto alle arance, 5 volte più calcio rispetto al latte, 3 volte più ferro rispetto agli spinaci e 2 volte più potassio rispetto alle banane.
E’ una fonte proteica completa che contiene tutti i 20 amminoacidi noti, compresi quelli essenziali.


La Chia è il seme col più alto contenuto di Omega-3 nel mondo vegetale
I semi di Chia, grazie al potere nutritivo, possono compensare carenze nutrizionali generate da diete squilibrate e malsane. I semi di Chia sono atossici, sembrano essere ben tollerati a livello di allergeni e non contengono glutine. Hanno un gradevole sapore nocciolato, si possono mangiare crudi o cotti su insalate, verdure o usati mischiati a latte e yogurt come colazione.
Sono ottimi nelle zuppe e la farina ottenuta dai semi può essere mischiate ad altre farine per creare torte e piadine.
Tenuti in ammollo per 15 min. nell’acqua o nei succhi di frutta si sviluppa un gel che si addensa e che può esser mangiato come budino.


Ricetta
1 bicchiere di latte di mandorla, 1 cucchiaio di semi di Chia: lasciare riposare per qualche ora. Aggiungere a questa crema a piacere uvetta e scaglie di mandorle.


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